Le Carte Geografiche

 

Un po' di storia...

Le carte geografiche e il loro uso

Denominazione

Definizione

Caratteri fondamentali delle cate geografiche

Evoluzione della situazione cartografica

Cartografia di base

Le funzioni della cartografia di base

 

 

 

Un po' di storia

Old.jpg (46433 byte) Rappresentazioni cartografiche sia pur rudimentali si ebbero presso popoli antichi quali i Cinesi, gli Assiri, gli Egiziani ecc., ma una vera cartografia scientifica sorse solo con la civiltà greca. Ad Anassimandro, allievo di Talete, è attribuito da Erodoto il primo disegno di tutta la terra conosciuta (metà circa del sec. VI a.C.). La Cartografia romana fu volta soprattutto alla costruzione di itinerari pratici come la Tabula Peutingeriana (IV sec. d.C.). Spetta a Marino di Tiro, che visse intorno al 120 d.C., il merito di avere disegnato un tracciato di linee parallele di latitudine e di longitudine e di avere quindi adottato una prima forma di proiezione. Una completa decadenza si verifica nelle cognizioni cartogrfiche durante l'alto Medioevo, quando alla tradizione scientifica antica si sostituiscono il mito e la fantasia. Ma il risveglio dell'attività marinara dopo il Mille, con l'invenzione della bussola, segna un nuovo sviluppo della cartografia, con le carte nautiche, i cui più antichi esemplari risalgono all'inizio del XIV secolo. L'epoca delle grandi scoperte geografiche porta alla nascita di nuove rappresentazioni attraverso proiezioni tra cui quella cilindrica di G. Mercatore (1569). La prima carta topografica molto estesa fu disegnata da C.F. Cassini (metà del sec. XVIII) per la Francia. Si hanno infine, con l'inizio del secolo scorso, il sorgere dei grandi istituti cartografici militari e civili e il diffondersi dei rilevamenti geometrici a grandi scale per interi paesi.

 

 

 

Le carte geografiche ed il loro uso

Il matematico torinese L. de Lagrange dava fin dal 1770 la seguente semplice definizione della carta geografica «un disegno in piano, che rappresenta la superficie terrestre o una parte di essa». L'idea di una rappresentazione di questo genere è antichissima, e ad ogni modo per l'antichità classica abbiamo la documentazione che le carte geografiche erano già indirizzate sia a fini culturali, come dimostra la loro connessione con opere descrittive di geografia, sia a fini pratici: per esempio i Romani ebbero carte stradali, attestate dalla celebre Tavola Peutingeriana.

Già dall'approssimativa e generica definizione ora riportata appare lo stretto legame tra le carte e una scienza, la geografia, che ha per oggetto la superficie terrestre e il compito di descriverla e di spiegarne aspetti e fenomeni, nell'insieme o in singole parti. Ma le rappresentazioni cartografiche hanno usi ed applicazioni molto più vari, a cominciare dal fatto che esse servono, oltre alla geografia, a numerose altre scienze. Di esse si avvolgono, per esempio, la geologia, la geofisica, la botanica, l'etnologia, la demografia, la scienza economica, ecc.: in primo luogo perché, al pari della geografia, tali discipline hanno bisogno di localizzare certi fenomeni e di riconoscerne la distribuzione entro lo spazio terrestre. In tutte queste materie le carte trovano applicazione tanto nella ricerca scientifica, quanto nell'insegnamento.

Ad ogni modo ogni Stato moderno si rende conto della necessità di possedere buone carte in grande scala del proprio territorio, le quali vengono a costituire una «cartografia ufficiale», a servizio della collettività. Tanto che, Stati scarsamente attrezzati dal punto di vista tecnologico hanno affidato la produzione delle loro carte a istituzioni straniere pubbliche o a ditte private di altri paesi.

 

 

 

Denominazione

Nelle lingue dei popoli europei la carta geografica prende nome da due voci differenti, entrambe latine, charta e mappa, ma in italiano la voce propria è oramai carta, sottinteso geografica, tralasciandosi quasi sempre questo attributo, perché dal contesto o dall'argomento il suo senso risulta chiaro rispetto ad altri significati, a cominciare da quello del materiale scrittorio (inventato, notoriamente, dai Cinesi e il cui uso si diffuse in Europa dal XII secolo). Mappa è ora riservato alle carte catastali, in grandissima scala. Si vede talvolta adoperata questa voce per carta geografica in genere, da persone che non hanno dimestichezza con la cartografia.

 

 

 

Definizione

La definizione della carta data due secoli or sono dal Lagrange è solo una prima approssimazione. Per maggiore specificazione la definizione data dall'Enciclopedia Encarta è: "Rappresentazione grafica di una sezione della superficie terrestre effettuata riproducendo su un piano, il piano della carta, gli elementi che la caratterizzano. Questi elementi possono essere naturali (come fiumi, laghi, montagne, coste ecc.) o artificiali (come case, campi, strade, città ecc.), e vengono riprodotti attraverso simboli grafici (linee, colori ecc.)". Assai più precisa è la definizione espressa dall'Associazione Internazionale di Cartografia, per la quale la carta è la rappresentazione in piano dei fenomeni e delle condizioni di fatto della Terra, degli altri corpi celesti e del cosmo, resa in proiezione orizzontale, rimpiccolita, generalizzata e dichiarata nei suoi segni.

 

 

 

Caratteri fondamentali delle carte geografiche

1) Il piano - e materialmente il foglio di carta - su cui la superficie terrestre viene raffigurata corrisponde alla superficie matematica della Terra, il geoide, superficie di livello perpendicolare in ogni suo punto alla direzione della forza di gravità e fisicamente coincidente col livello marino supposto in perfetta quiete. Un punto qualsiasi dello spazio terrestre prima ancora di essere riportato nel piano della carta s'immagina trasferito sul geoide, proiettandolo perpendicolarmente, quindi secondo la verticale del luogo. Con tale operazione ogni punto trova poi sulla carta una posizione indipendente; si può anche dire che ogni punto ha un proprio punto di vista.

2) Il trasferimento dei punti del geoide sul piano della carta che lo rappresenta porta a deformazioni o meglio alterazioni di grandezza e di forma degli elementi geometrici e quindi della figurazione cartografica rispetto alla realtà. Il trasferimento si compie secondo determinate ma varie regole geometriche, le cosiddette proiezioni geografiche, che danno luogo, praticamente, ad un reticolato geografico in piano rispondente a quello dei meridiani e paralleli della sfera.

3) La carta non è un vero e proprio modello della superficie terrestre, che ne riproduca in piccolo la consistenza reale, ma è una rappresentazione convenzionale che, almeno in gran parte, «rispecchia» il mondo reale.

4) La carta rappresenta punti e spazi individuali della superficie terrestre, cioè figura gli oggetti ciascuno di per sé, non può farne di regola una sintesi.

5) Caratteristica fondamentale di ogni rappresentazione cartografica è la scala, cioè la riduzione che subisce la superficie di territorio rappresentata nel passaggio dalla realtà alla carta. La riduzione definisce il tipo di carta, perché a seconda della scala è possibile rappresentare una superficie molto vasta, come un continente, o una superficie molto piccola, come un campo.

6) La riduzione delle dimensioni porta necessariamente all'eliminazione di molti elementi reali della superficie terrestre nella figurazione cartografica. Pertanto viene a costituirsi una limitazione rispetto alla realtà (semplificazione, generalizzazione). Un'altra limitazione discende poi dal carattere convenzionale dei segni grafici coi quali è reso ogni singolo particolare terrestre, segni che non hanno la capacità di esprimere totalmente in modo immediato quella realtà.

 

 

 

Evoluzione situazione cartografica

La pianificazione e la progettazione del territorio si avvaleva fino all'incirca al termine degli anni '70 dei seguenti supporti cartografici: la carta nazionale alla scala l:25000 dell'Istituto Geografico Militare italiano (IGM), la carta catastale dell’ufficio tecnico erariale alla scala 1:2000 o l:4000, le carte comunali, realizzate per la maggior parte con la tecnica fotogrammetrica, nelle quali la scala prevalente era, ed è, quella l:2000 per la parte urbanizzata del territorio comunale e quella l:5000 per la parte extra-urbana. Mentre la carta alla scala l:25000 dell'Igm e quella catastale esistono per tutto il territorio nazionale, la cartografia comunale è disponibile solo per un limitato numero di comuni.

E’noto che sia la carta alla scala l:25000 dell'Igm che quella catastale sono inadatte a costituire supporto alla pianificazione e alla progettazione del territorio, soprattutto a livello comunale e comprensoriale.

 

 

 

Cartografia di base

L'iniziativa degli enti Regione volta a costruire la carta tecnica regionale del territorio di loro competenza non ha portato a un'opera che possa dirsi esemplare se vista con un'ottica nazionale; tuttavia, oltre al risultato concreto d'avere fornito di cartografia adeguata molti tecnici, ha anche il merito d'avere operato da elemento trainante nei confronti degli enti locali. In particolare poi l'iniziativa regionale ha contribuito in modo sostanziale a dar corpo al concetto di sistema cartografico di un territorio in sostituzione di quello di cartografia del territorio. La cartografia regionale viene concepita non come uno strumento a sé, ma come l'elemento di un sistema cartografico comprendente la cartografia nazionale, regionale, provinciale, comprensoriale e comunale.  Si può considerare come cartografia di base di un territorio ogni sua rappresentazione cartografica realizzata con metodi topografici o fotogrammetrici rigorosi, inquadrata nel sistema di riferimento planimetrico e altimetrico nazionale e che si presenta nella consueta forma di carta disegnata o di fotocarta.

 

 

 

Le funzioni della cartografia di base

Le funzioni della cartografia di base sono fondamentalmente le seguenti:

- fornire informazioni di tipo qualitativo; e cioè consentire di ricavare sia una visione d'insieme del territorio rappresentato sia l'esistenza, la dimensione e la forma dei particolari naturali e artificiali del terreno;

- fornire informazioni di tipo metrico, e cioè premettere di ricavare la distanza topografica e la differenza di quota tra due qualsiasi punti su di essa rappresentati;

- costituire, opportunamente semplificata, la base topografica per la formazione delle carte tematiche;

- fornire le coordinate di tutti gli elementi topografici che costituiscono l'ossatura portante del sistema informativo.

Per le prime due funzioni risulta determinante la giusta scelta del rapporto di scala, il quale, come visto, condiziona in modo sostanziale il grado di dettaglio e la risoluzione di una carta; esso dovrà pertanto essere scelto in modo da realizzare un soddisfacente compromesso tra la necessità di sintesi e quella d'analisi dell'utilizzatore. Nei casi dubbi, cioè quando l'aspetto tecnico lascerà spazio a soluzioni differenti, converrà prendere in considerazione l'aspetto economico e quello dei tempi di realizzazione; i costi di una carta di base, e anche i suoi tempi di realizzazione, crescono infatti in progressione geometrica con l'aumentare della scala della carta.